Uno studio per determinare l'inizio della migrazione prenuziale del Tordo, utile non solo per la fissazione del futuro calendario venatorio, ma anche per comprendere le modificazioni climatiche e ambientali del territorio. E' l'innovativo progetto dell'ATC Salerno 1, finanziato con i fondi delle quote dei cacciatori, proposto da Federcaccia Salerno e, sperimentato oltre che in Campania sui Monti Lattari, anche in Calabria, Lazio e Puglia. Lo studio si concluderà a fine marzo ed è curato da ricercatori dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Bologna, in particolare da Sergio Scebba e Michele Soprano appartenenti al Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L. di Napoli). Gli uccelli rappresentano eccellenti strumenti per il monitoraggio e la comprensione delle modificazioni ambientali: in provincia di Salerno il progetto prevede lo studio sulla migrazione del tordo, una specie sottoposta ad una forte pressione venatoria al punto che si stima, in maniera molto approssimativa, un abbattimento in Italia di 4-6 milioni di capi ogni anno. L'inizio della migrazione prenuziale è fissato nella seconda decade di gennaio, termine oltre il quale quindi il prelievo venatorio non è più ammesso. "Va però precisato - spiega il presidente di Federcaccia Salerno, Luigi Spera - che il periodo indicato non risulta in linea con i dati degli altri Paesi mediterranei. Risulta dunque evidente la necessità di raccogliere dati il più possibile vicini alla realtà che consentano di individuare con buona approssimazione la reale data di inizio della migrazione prenuziale". Lo studio consiste in un'attività di cattura ed inanellamento: è stata individuata una sella sui Monti Lattari nel comune di Tramonti ad un'altezza di 751 mt sul livello del mare che, per la sua posizione geografica e per la vicinanza del mare, è interessata da intensi movimenti migratori. I dati raccolti fin'ora sembrano confermare la tesi secondo cui, almeno fino alla prima decade di febbraio, non vi sia alcun movimento migratorio di tordi. Nelle prossime decadi, con l'innalzamento delle temperature, ci si attende invece un significativo aumento delle catture, dovuto al passaggio degli uccelli in movimento verso le aree di nidificazione, che dovrebbe indicare il reale inizio della migrazione primaverile. "Uno studio interessante, che possibilmente sarà replicato anche nel prossimo biennio - spiega il presidente dell'ATC Salerno 1, Guglielmo Storti - e che dimostra come la caccia sia sempre più moderna e baluardo per il mantenimento degli equilibri naturali". Soddisfazione è stata espressa dall'assessore provinciale alla caccia, Amelia Viterale: "Oggi il modo venatorio, tramite le strutture preposte, sta dando una forte mano alla ricerca scientifica, consapevole del dovere di conservare le specie per le future generazioni, con passione e deontologia venatoria. Il destino di tutti, non solo dei cacciatori, è legato alla conoscenza e alla conservazione della moltitudine di uccelli migratori che ogni anno attraversano i nostri cieli".