Progetti ambientali fallimentari e dannosi, politiche turistiche azzardate e progetti manageriali di dubbia utilità ai fini della protezione ambientale, ecco dove vanno a finire i finanziamenti pubblici secondo quanto denuncia l'AIW sulla gestione delle aree protette italiane degli ultimi decenni.
Di fronte all'enorme sperpero di danaro pubblico necessario per finanziare gli apparati amministrativi dei Parchi, l'Associazione Italiana per la Wilderness si chiede se non sia il caso di azzerare ogni finanziamento pubblico alle aree protette che vada oltre la loro ordinaria amministrazione degli apparati, ovvero: lo stipendio dei dipendenti (tagliando i posti in esubero o, quanto meno, bloccando i turn over per la copertura di posti che si rendessero vacanti), l'indennizzo dei danni arrecati dalla fauna e gli indennizzi per mancati tagli boschivi da parte di privati e collettività locali o per la cessione di suoli per fini di conservazione.
"Soprattutto, si abroghino - chiede AIW al Governo Monti - tutti gli Enti gestori delle aree protette e si sostituiscano con Servizi (nazionale e regionali) che concentrino in unici apparati l'amministrazione di dette aree (mandando quindi a casa la pletora di inutili e burocratici Consigli di Amministrazione e Presidenze, con gettoni di presenza, prebende varie ed altre spese conseguenti, il più delle volte inutili), come avviene in gran parte dei Paesi esteri che hanno fatto la storia delle aree protette e dove la loro gestione ha ben altri costi (ovviamente minori) e dove, almeno negli USA, il Parlamento ha preso il loro posto nella non-gestione delle loro aree selvagge".